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Archivi categoria: Scandalo pedofilia nella Chiesa

Stati Uniti: più della metà delle denuncie di pedofilia verso i preti è falsa.

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Più della metà delle denuncie di abusi sessuali commessi da preti negli Stati Uniti sarebbe completamente falsa. Male hanno fatto i media a darne notizia. Male, soprattutto, hanno fatto le diocesi americane a sborsare milioni di dollari a mo’ di risarcimento. E male, infine, ha fatto il Vaticano a non intervenire chiedendo alle stesse diocesi, prima di pagare, indagini approfondite per appurare fino in fondo i fatti. Lo scrive Dave Pierre, autore del volume “Double standard: abuse scandals and the attack on the catholic church”.. Pierre ha pubblicato su Themediareport.com un’inchiesta di dieci pagine firmata da un importante avvocato, Donald H. Steier. Stando all’inchiesta, Steier ha stanato i falsi molestati riportando prove e fatti documentati, la maggior parte riguardanti episodi avvenuti nella diocesi di Los Angeles. La cosa non è a caso: è Los Angeles una delle diocesi statunitensi che più di altre ha pagato lo scandalo dei preti pedofili. Il cardinale Roger Mahony, predecessore dell’attuale arcivescovo José Gómez, ha sborsato più di seicento milioni di dollari per risarcire le vittime. Per farlo, ha svenduto gli immobili di proprietà della diocesi creando non pochi malumori nel clero locale e anche nei fedeli. Tanto che in molti gli hanno contestato una linea troppo soft nella gestione degli scandali stessi: perché, hanno detto, un conto è risarcire le vittime, un altro è dilapidare un patrimonio senza valutare a dovere se le denunce si riferiscono ad abusi effettivamente avvenuti o meno. A queste contestazioni la Santa Sede ha risposto con la nomina di Gómez. La Santa Sede da tempo sospetta che molte accuse, soprattutto negli Stati Uniti, siano state presentate confidando sull’approccio remissivo di molti vescovi al problema. Ha infatti spiegato Steier: «In diversi casi la mia indagine ha fornito elementi oggettivi, che non potevano conciliarsi con le dichiarazioni dei presunti molestati. In altre parole: molti fatti hanno dimostrato che le accuse erano false». Secondo Steier molte delle presunte vittime sono “manovrate” da un gruppo preciso: la Snap, l’associazione americana delle vittime dei preti pedofili. Secondo l’avvocato, alla Snap un falso molestato può trovare pane per i propri denti. Chiunque, in sostanza, seguendo gli esempi di cause andate a buon fine, può chiedere risarcimenti inventandosi delle molestie. La notizia è apparsa su Il Foglio.

 

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    Una lettura realista dei dati sulla pedofilia in America e Irlanda.

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    Sul magazine inglese Spinked, il non credente Brendan O’Neill fa il punto della situazione sulla questione pedofilia in America e Irlanda in ambito della Chiesa cattolica. Secondo il giornalista, «quello che è successo è che le sezioni della lobby dei New Atheist, hanno promosso sempre più calunnie anticattoliche, con una mentalità inquisitoriale verso la Chiesa cattolica. Così ogni accusa di abuso che emergeva…(continua a leggere)

    Il leader inglese anti-ratzinger è un omosessuale difensore del sesso con i minori.

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    Il fratello di uno degli atei più famosi al mondo, Cristopher Hitchens, è un noto giornalista ed editorialista. Ha da poco scritto un libro in cui racconta il suo abbandono dell’ateismo per il cristianesimo. In questi giorni ha pubblicato un articolo sul Mail Online rispetto alla visita del Santo Padre nel Regno Unito. Egli riporta che l’ateo più infervorato contro la visita del Santo Padre, l’attivista omosessuale Peter Tatchell, vuole accusare il Papa di crimini contro l’umanità per “coperture ed occultamento della pedoflia”. Peccato che proprio questo finto paladino dell’infanzia si è distinto più volte per aver difeso, come moltissimi altri omosessuali, il sesso tra adulti e minori.

    Il 26 giugno 1997 Tatchell ha infatti scritto una lettera sorprendente al quotidiano Guardian contro la censura del libro “Boy-Love”, in cui si promuove l’atto sessuale fra adulti e minori. Egli ha dichiarato che gli argomenti del libro non erano scioccanti, ma “coraggiosi” e che “il libro documenta esempi di società in cui il sesso consenziente tra le generazioni è considerato normale”. E ancora: «tutti i ragazzi della Nuova Guinea hanno rapporti sessuali con anziani guerrieri come parte della loro iniziazione alla virilità. Molti dei miei amici – gay ed etero, uomini e donne – hanno fatto sesso con adulti in età compresa tra i 9 e i anni 13. Nessuno di loro si è sentito abusato. Tutti hanno detto che è stata una loro scelta consapevole che gli ha dato una grande gioia. La società deve riconoscere che non tutto il sesso che coinvolge i bambini è indesiderati, abusivo e nocivo».

    Anche il blog italiano Fides Et Forma ha raccolto altri documenti.

    Nel 2002 ad esempio, Tatchell ha scritto un altro articolo intitolato The ABC of Sexual Health and Happiness. Egli scrive: «L’educazione sessuale ha l’obbligo di fornire tutti i fatti e dire tutta la verità su ogni tipo di sesso e di relazione. Ciò include anche pratiche che qualcuno potrà trovare disgustose, come la sodomia o il sadomasochismo, e comportamenti nocivi come il sesso non protetto e l’abuso di bambini. Nulla dev’essere fuori dai limiti. Alcune pratiche potranno sembrare strane ad alcuni. Ma la differenza è il sale della vita. L’incubo sessuale di qualcuno può essere il nirvana sessuale di qualcun altro. Premettendo che il comportamento dev’essere consensuale, che nessuno sia offeso e che il piacere sia reciproco, le scuole dovrebbero adottare una attitudine a non giudicare e del ‘vivi e lascia vivere’».

    In un altro articolo del 1999 intitolato Sex education is the best protection, egli scrive: «Fissare il consenso a 16 anni costituisce una curiosa contraddizione. Mentre si proteggono giovani minorenni, li si criminalizza allo stesso tempo. Ciò rinforza l’idea che non abbiano diritti sessuali. Considerato incapace di consentire al sesso, un’attività sessuale che coinvolge un minore di 16 anni – anche se è consenziente ed entrambi i partner sono della stessa età – è categorizzato come un “abuso”. Negare una scelta sessuale ai minori di 16 anni e parificare il sesso consensuale ad una violenza toglie potere ai teenagers. Gli toglie il diritto a prendere decisioni che riguardano i loro corpi. Ciò gioca a favore di adulti che vogliano abusare di loro».

    Mentre di fianco a sè ha il povero zoologo pensionato, già definito da più quotidiani un “pazzo” (vedi Mail Online), un “integralista”, perfino “un frustrato” ecc.., Richard Dawkins, lui gioca a fare il promotore dei diritti per l’infanzia e nel frattempo propaganda una pseudo morale sessuale (nel suo articolo la definisce proprio così) in base alla quale qualsiasi comportamento sessuale tra adulti e minori, purché basato sul mutuo consenso, è da ritenersi accettabile e addirittura dovrebbe essere insegnato ai giovanissimi nel corso di apposite lezioni scolastiche. Come afferma Lucetta Scaraffia nel bellissimo articolo su Il Riformista, «è il sesso l’ossessione dei critici di Benedetto XVI. Al pacato ma fermo atteggiamento del Papa sulla morale sessuale, i critici britannici hanno da contrapporre solo una società disintegrata. Hitchens dice che almeno Tatchell “è abbastanza onesto da discutere apertamente della direzione verso cui la rivoluzione sessuale sta puntando”. Non c’è da stupirsi allora che “quando uno dei pochi uomini del pianeta che reclama con forza, coerenza e ragione un criterio assoluto di bontà, arriva in questo Paese, viene insultato in nome dell’opinione più voga in quel momento”»

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    Procura di Bruxelles: irregolari le perquisizioni alla Curia.

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    Nuovi sviluppi legali in Belgio nella vicenda delle perquisizioni eseguite il 24 giugno scorso nella sede dell’arcidiocesi di Malines-Bruxelles e nella residenza del cardinale Godfried Danneels (vedi titoloni su Libero.it). La Procura generale di Bruxelles considera infatti tali azioni irregolari, e quindi tutti gli atti dell’inchiesta fondati su oggetti e documenti sequestrati nel corso dell’operazione non potranno più essere utilizzati nelle indagini riguardo agli abusi sessuali sui minori da parte di membri della Chiesa locale. L’inchiesta era partita dal giudice Wim De Troy, che aveva disposto il blitz in Curia e, per ora, non è stato ancora rimosso dall’incarico. Per la Procura, le motivazioni del blitz disposto da Wim De Troy furono «troppo generiche e oltrepassarono i diritti del giudice istruttore». La notizia è apparsa su Avvenire. Radio Vaticana ha invece intervistato il legale dell’arcidiocesi Belga: «E’ ovvio che non siamo contrari ad un’inchiesta giudiziaria, laddove ci siano elementi precisi, concreti, credibili … Dove è stato commesso un delitto, è necessario esaminare tutto, a carico e a discarico, ma sempre rimanendo all’interno di un ambito legale, con ogni garanzia. E sembra che proprio queste garanzie non siano state rispettate, e questo nuoce ovviamente all’inchiesta sugli abusi sessuali. Le perquisizioni sono state effettuate su scala talmente ampia che ci si chiede se ci fossero elementi concreti specifici, o se lo scopo non fosse piuttosto quello di andare ‘alla cieca’ sperando di trovare qualcosa». L’avvocato Keuleneer ricorda che i suoi clienti, allo stato attuale, non sono in alcuna maniera incriminati: sono anche loro “vittime” di una giustizia – questa volta – troppo impaziente. In Luglio si è invece chiusa l’indagine su Mons. Zollitsch: completamente estraneo ai fatti (vedi articolo). Come si vede, passata la follia inquisitoria, la verità emerge sempre.

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    Chiusa indagine su mons. Zollitsch: totalmente estraneo ai fatti.

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    Ai laicisti è andata male un’altra volta: dopo essersi esaltati perché qualche sacerdote ha compiuto atti pedofili su dei bambini, hanno provato anche ad incastrare il presidente dei vescovi tedesco. Ma l’accusa si è rivelata, anche questa, totalmente infondata. L’arcivescovo di Friburgo, Robert Zollitsch, non si infatti reso complice del sacerdote che negli anni Sessanta avrebbe (sarà vero o anche qui è una montatura??) abusato sessualmente di un minore. L’archiviazione dell’inchiesta è stata chiesta dalla Procura di Costanza. Non si ritiene infatti che mons. Zollitsch abbia mai coperto o in qualche modo agevolato il religioso. Secondo la presunta vittima degli abusi, mons. Zollitsch – che all’epoca era responsabile del personale della Chiesa friburghese – sarebbe stato a conoscenza degli abusi e nonostante ciò avrebbe confermato al suo posto il religioso cistercense. La Procura, tuttavia, ha concluso che in quello stesso lasso di tempo non si era a conoscenza degli abusi e che dunque ciò fa decadere qualsiasi responsabilità da parte dell’attuale presidente dei vescovi tedeschi. Fin da subito, 2 giugno 2010, l’arcidiocesi di Friburgo aveva parlato di totale estraneità, ricordando le stesse conclusioni a cui è giunta ora la procura tedesca. La notizia è riportata su Radio Vaticana e su Kath.net.

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