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Archivi categoria: Sport e fede

Sergio Canales: la nuova stella del Real Madrid e la religiosità su Twitter.

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Una notizia un pò secondaria, ma è giusto occuparsi di sport ogni tanto, anche perché Twitter sta diventando uno strumento sempre più utilizzato dai giocatori della Lega spagnola per discutere aspetti che vanno al di là della loro vita professionistica. Così sul canale del giovane talento del Real Madrid, Sergio Canales, si possono leggere queste parole di preghiera (le lasciamo in spagnolo perché molto difficili da tradurre): “Encomiéndate a Dios de todo corazón, que muchas veces suele llover sus misericordias en el tiempo que están más secas las esperanzas”. Solitamente, afferma Digital24horas.com, queste citazioni religiose sono spesso usate dai campioni brasiliani come Kakà, Louis Fabiano, Ratinho o Joao Victor, i quali hanno come loro presentazione nel social network, un ringraziamento a Dio. Qui è possibile vedere l’account Twitter del campioncino spagnolo.

 

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    Luca Toni: «sono cattolico. La squalifica per chi bestemmia ci sta tutta».

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    Oltre 200 reti in carriera, uno scudetto di Germania con il Bayern Monaco, ma soprattutto un titolo mondiale conquistato nella finale di Berlino 2006. Qualche discesa ardita, molte di più le risalite. E a 33 anni, potrebbe ritentare quella alla Nazionale. Luca Toni ha risposto alle domande di Avvenire. Rispetto all’argomento delle bestemmie in campo, ha dichiarato: «Sono cattolico, con un concetto ampio di fede. I comportamenti sono fondamentali. Sbagliare capita a tutti, ma gli errori servono per imparare e per fermarsi un attimo a guardarsi dentro. Non ho l’abitudine di bestemmiare, che senso ha? Quindi, per chi bestemmia, la squalifica ci sta tutta».

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    Lo sport professionistico e la fede religiosa.

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    Lo sport è per molti un’attività professionistica. E come per gli scienziati, i muratori o gli insegnanti, non è possibile separare la sfera lavorativa da quella personale. Per questo la religione è spesso parte importante nell’attività sportiva. La Stampa riporta ad esempio che la squadra americana di golf, che il 1° ottobre si presenterà ai nastri della Ryder Cup a Celtic Manor, in Galles, si distingue per essere un team di seguaci delle Chiese Evangeliche. L’identità di gruppo ruota attorno alla persona di Corey Pavin, il capitano nato e cresciuto in una famiglia ebraica ma convertito al cristianesimo nel 1991, quando aveva già iniziato la carriera di golfista professionista. A chi gli chiede il perché di quella scelta, è solito rispondere che volle rimediare a «un vuoto nella vita». Con l’assistente personale e le loro mogli, frequentano assieme corsi sulla Bibbia molto simili a quelli che consentirono a George W. Bush di abbandonare la dipendenza dal bere dopo aver compiuto il quarantesimo compleanno. Lo stesso vale per gli altri giocatori: Stewart Cink, Zach Johnson e Rickie Fowler, come anche Bubba Watson e Matt Kuchar, tra i migliori golfisti d’America.

    Cosa simile accade nel Rugby italiano. Il Corriere del Veneto riporta che il Benetton Treviso, dominatore nel campionato italiano e ora approdato nella Celtic League, è stato trasformato da Franco Smith, ex giocatore e devoto cattolico. Prima delle partite la squadra si raccoglie in preghiera. Ha dichiarato: «In Sud Africa è parte della nostra cultura rugbistica, lo fanno da sempre squadre come i Bulls e i Cheetahs. A Treviso cominciai a farlo per conto mio, poi si unirono alcuni giocatori, infine è divenuto un gesto abituale per tutta la squadra. Nessuno è obbligato a pregare, ci sono diverse culture tra di noi e le rispettiamo. Si tratta di un momento di raccoglimento che aiuta il gruppo a consolidare il senso di appartenenza, ci fa sentire uniti contro le avversità».


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    Josè Mourinho e Renzo Ulivieri parlano della loro fede cattolica.

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    L’allenatore più famoso del momento, Josè Mourinho, si è “confessato” a Fogli, l’inserto di “Studi Cattolici (potete leggere l’intervista integrale su Avvenire). Comincia subito mettendo in chiaro le cose: «Non sono una persona modesta, sono credente». Ritorna poi alla vicenda di Reggio Calabria: «Il sindaco di Reggio Calabria mi aveva accusato di avere dato una moneta a un bambino disabile per umiliarlo. Invece a quel bambino avevo donato il mio crocifisso. Mia moglie l’aveva comprato a Fatima e lo tenevo in tasca da tre-quattro anni». E più avanti: «Sono cresciuto in una famiglia religiosa. Mi ha insegnato a pregare mia madre. Mi portò al santuario di Fatima e da allora il 13 maggio è una ricorrenza molto importante per me e per la mia famiglia. Almeno una volta all’anno vado lì in pellegrinaggio».

    Su Avvenire invece un’intervista al mister Renzo Ulivieri, attualmente Presidente dell’AIAC ma anche «direttore tecnico» della Nir (Nazionale italiana religiosi) dal 2006. Il toscanaccio ex PCI, dice: «Potevano aver pensato giusto su quasi tutto, ma io mangiapreti mai stato. Come tanti della mia generazione venuta su nel dopoguerra, sono cresciuto frequentando sia la Casa del popolo che la parrocchia. Alla prima devo la mia formazione umana e ideologica; quella spirituale e soprattutto culturale, mi deriva dalla frequentazione di don Giuseppe. È grazie a quel gran prete che ho imparato a leggere e scrivere, ad amare il latino, ad appassionarmi ai libri di Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani. Lettera a una professoressa è il testo base che mi ha guidato in tutto il mio lungo percorso professionale». Anche se, avverte: «La fede è una cosa seria e non si può mica confondere con una partita di pallone».

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    Mondiali: Iniesta, Torres e Busquets vanno in pellegrinaggio a Santiago.

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    La Spagna ha vinto i mondiali di calcio 2010 in Sudafrica. La vittoria contro l’Olanda è stata decisa da un gol del centrocampista del Barcellona Andreas Iniesta. In un’intervista a Marca (La gazzetta dello sport spagnola), il fuoriclasse, assieme a Sergio Busquets, ha promesso che se la Spagna avesse vinto i Mondiali, sarebbe diventato un pellegrino del cammino di Santiago di Compostela. In questi giorni ha dichiarato di voler mantenere la promessa fatta. Ai due si è aggiunto l’attacante Fernando Torres con la sua famiglia. Molti tifosi hanno annunciato che accompagneranno i calciatori nel pellegrinaggio. Le notizie sono riprese da Conlaselection, ReligionEnLibertad e La Gaceta. Il centrocampista David Silva ha invece dichiarato di voler andare, in segno di gratitudine, alla Vergine del monte Carmelo a Beniajan: «mi sono rivolto alla Vergine durante la finale», ha risposto. Il quotidiano spagnolo La Razon, ha invece riportato che David Villa, attaccante spagnolo, ha dichiarato: «la Madonna ascolta sempre». Dopo le non eccellenti partite ad inizio mondiale, infatti, la madre è andata in visita alla Santa Patrona delle Asturie, mentre suo figlio gli ha inviato, via sms, un’immagine della Vergine.
    Jesus Navas
    , centrocampista della nazionale, ha invece rivelato di aver sempre viaggiato con la Bibbia in vagila e nei suoi stivali ha inciso la frase “Dio è amore”. Carles Puyol ha infine scelto di donare 2 milioni ad un ente cattolico che aiuta i poveri. Il suo agente ha spiegato che il difensore ha preferito questa ONG perché anche lui è un devoto cattolico. Vedi ReligionEnLibertad.

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