Pubblichiamo il terzo articolo di Marcello, nostro collaboratore esistenzialmente “agnostico”.
di Marcello di Mammi.
Ogni tanto, specie per le feste comandate, come si suol dire, mia moglie ha piacere che l’accompagni alla Messa. La domenica che cade vicino al 1° ottobre, anniversario del nostro matrimonio, è una di queste. Il clima autunnale, generalmente mite in questo periodo, invoglia ancor più a fare una passeggiata per raggiungere la chiesa e se Enrico IV disse:”Paris vaut bien une messe”, parafrasando, posso dire:” un grand amour vaut bien une messe.” Pongo una sola condizione: scegliere la chiesa. Immancabilmente la mia preferenza cade sulla chiesa pisana di S.Stefano, forse l’unica chiesa sicuramente “no islam” d’Italia.
La chiesa progettata dal Vasari in epoca cinquecentesca, è semplicemente splendida nell’immagine si può notare il
raffinato soffitto e sulle pareti i trofei, le bandiere e l’insegne appartenuti alla flotta turca e conquistati nella battaglia di Lepanto del 07 ottobre 1571. S. Pio V non risparmiò alcuna energia per dar vita ad una Lega, detta Lega Santa, che comprendeva Venezia, la quale sostenne anche lo sforzo maggiore, la Spagna di Filippo II, la Repubblica di Genova, il ducato di Savoia, gli Ospitalieri di San Giovanni e il Granducato di Toscana, con in particolare i Cavalieri del Sacro Militare Ordine Marittimo dei Cavalieri di S. Stefano. In totale la flotta cristiana si componeva di 6 galeazze, 206 galee, 30 navi da carico, circa 13000 marinai, circa 44000 rematori, circa 28000 soldati con 1815 cannoni.
La battaglia si concluse si concluse con una schiacciante vittoria delle forze alleate, guidate da Don Giovanni d’Austria, su quelle ottomane di Mehmet Alì Pascià, che perse la vita nello scontro. E’ singolare che questo compito toccasse ad un Papa che meno di altri aveva interesse a assumere impegni militari, a dimostrazione del fatto che quando la necessità lo impone, alla preghiera e al digiuno possono essere uniti i cannoni.
Siamo sicuamente nella chiesa del cattolicesimo più classico, nessun “sinistro” strimpellìo di chitarre, come in certe chiese del cattolicesimo fai da te, ma il suono grave e solenne dell’organo, le cui canne, anch’esse incastonate, come i quadri del soffitto, fanno bella mostra di sé ai lati dell’altare, sul quale troneggia la statua di S.Pio V. Non seguivo molto le parole del priore, anche perché la liturgia domenicale mi è ben nota, ma l’atmosfera di questa chiesa e le note di una musica d’autore sospingevano i miei pensieri ad un salto indietro nel tempo: a quella battaglia. Il nostro pensiero deferente vada a tutti i soldati cristiani che con il loro sacrificio, permisero la sopravvivenza della civiltà.
Una grande battaglia per la Civiltà, per la nostra Civiltà cristiana.
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