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Archivi tag: libertà religiosa

The Wall Street Journal: «il Papa lotta per la libertà. Uniamoci tutti a lui».

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“La missione del Papa è la missione del mondo civilizzato”. In questi termini il vicedirettore del «Wall Street Journal», Daniel Henninger, ha definito in un editoriale l’impegno di Benedetto XVI in difesa delle minoranze cristiane perseguitate da regimi assolutisti o nei Paesi islamici. Ha poi invitato governi e organizzazioni secolari a unirsi alla lotta del Papa, riconoscendo che è una lotta per la libertà e la dignità umana. Henninger ha sottolineato poi l’importanza «strategica» di una politica estera vaticana che non si accontenta dello status quo. «È stato strano, negli ultimi anni, vedere atei di rilievo fare tanti sforzi per sminuire il credo giudeo-cristiano – si legge nella conclusione–. Nel mondo moderno, e sicuramente negli Usa, la pratica religiosa è stata coniugata con il principio della libertà individuale. Ma non penso che la difesa secolare della libertà individuale di per sé sia abbastanza forte per sostenere gli attacchi che sta subendo. La lotta di Benedetto e quella del recente vincitore del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo sono la stessa, e hanno tale forza».

 

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    Nuovo sondaggio: l’80% degli americani vuole la religione nello spazio pubblico.

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    Nuovo sondaggio in America: la maggioranza degli americani, compresi quelli che non hanno fede, ritengono che gli studenti dovrebbero essere in grado di esprimere liberamente la propria religione nelle scuole pubbliche. Lo rivela il nuovo sondaggio del First Amendment Center, condotto tra il 28 luglio e il 6 agosto. Inoltre, l’80% degli americani pensa che gli studenti dovrebbero essere autorizzati a pregare in occasione di eventi presso le scuole pubbliche. Ken Paulson, presidente del Freedom Forum’s First Amendment Center, ha commentato così i risultati: «È evidente che la maggioranza degli americani vuole avere un governo distaccato dalla religione, ma non vedono un’espressione di fede da parte di uno studente in una scuola pubblica come una violazione della separazione tra Chiesa e Stato». Il sondaggio descrive che gli americani ritengono che la Costituzione americana stabilisca una “nazione cristiana”. Altri risultati: il 76% sostiene la proclamazione della giornata nazionale di preghiera da parte del presidente americano (gruppi di atei si sono opposti in tempi recenti) mentre il 48% ha dichiarato che l’appartenenza religiosa di un candidato ad una carica politica è importante nelle decisione per votarlo. I risultati del sondaggio sono apparsi su Ekklesia.uk.

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    India: in aumento le vocazioni religiose e sacerdotali (18/8/10)
    Sentenza Corte Europea: altri dieci Stati ufficialmente a favore del crocifisso (27/7/10)
    Indonesia: musulmani radicali allarmati dalle continue conversioni al cristianesimo (8/7/10)
    Crescono i cattolici in Corea del Sud: 116mila in più nel 2009 (23/6/10)
    I cristiani nell’Africa Subsahariana sono arrivati a 470 milioni (9/5/10)
    I cattolici nel mondo crescono dell’11,54% rispetto al 2000 (27/4/10)

    Sergio Chiamparino: la religiosità è indispensabile per una comunità e ha un valore pubblico.

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    Massimiliano Menichetti, inviato di Radio Vaticana ha intervistato Sergio Chiamparino, sindaco della città di Torino ed esponente del Partito Democratico, in merito alla visita che farà Benedetto XVI alla Sacra Sindone domani. Egli ha risposto: “Torino è una città che è immersa nel pieno di una metamorfosi economica e sociale, è una città che ha saputo e sa reagire, sia sul piano economico che sul piano sociale. Da Benedetto XVI: mi aspetto che nel suo messaggio incoraggi questo lavoro. Vorrei anche ricordare che Torino è una città che ha una storia, com’è noto, di santi “sociali”, che forse facilita rispetto ad altri luoghi l’individuazione di quello che io considero il necessario riconoscimento del valore pubblico della religiosità…(continua  a leggere)

    Inghilterra, i ridicoli tentativi nella patria del laicismo.

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    Da Il Sussidiario la notizia di un nuovo tentativo dalla patria del laicismo e del politically correct di creare una breccia nel cristianesimo. Senza che nessuno si fosse lamentato, i dirigenti del corpo di polizia del Kent hanno stabilito che, d’ora in poi, i propri agenti, non potranno procedere all’individuazione di qualcuno chiedendogli il “Christian name”. Motivo? Evitare il rischio di offendere persone di altre fedi religiose. «Christian name and surname» è la frase di rito con cui i poliziotti britannici chiedono le generalità. Significa grossomodo “nome di batteismo”, ovvero l’appellativo che designa individualmente una persona all’interno di un nucleo familiare. L’aggettivo “Christian” non c’entra ormai nulla con il riferimento religioso, è rimasto nell’uso corrente della lingua e da sempre è entrato a far parte del linguaggio burocratico. Il caso è molto ridicolo, tant’è che tante sono state le proteste.
    Dagli stessi agenti di polizia fin alla Plain English Campaign, l’organizzazione che da più di vent’anni si batte per la tutela della lingua inglese. L’errore che si sta commettendo nel Regno Unito è quello di recidere il nesso con la propria storia, la propria cultura, la propria tradizione, e la propria storia linguistica in nome di un astratto concetto di par-condicio, che tral’altro, nessuno ha richiesto.