Il celebre storico Pierre Chaunu, professore di Storia Moderna alla Sorbonne e membro dell’”Institut de France” ha spiegato che «il bilancio della Rivoluzione francese è largamente negativo», sempre che si vogliano guardare realmente i fatti. Il mondo senza i moti rivoluzionari sarebbe «molto migliore». Un tabù dirlo, ancora oggi.
Gli ideali (Liberté, Fraternitè, Egalité) erano nobili ma «non furono altro che principi giudeo-cristiani»maldestramente copiati dai giacobini francesi, valori che vennero comunque oscurati dai «massacri compiuti sotto la Rivoluzione. Se si sommano le perdite della guerra e le perdite anteriori, si arriva per un Paese di 27 milioni di abitanti qual’era allora la Francia ad un totale che è nell’ordine di milioni». Senza considerare il Regime del Terrore, la ghigliottina e la Legge del sospetto (per la quale si veniva incarcerati soltanto se si veniva sospettati di aver compiuto reati politici).
Il settimanale Tempi ha intervistato recentemente Marion Sigaut, storica e scrittrice, specializzatasi all’Università di Parigi VI e diventata un’esperta dell’Era dei Lumi e, sopratutto, di Voltaire. Il suo ultimo lavoro è proprio sull’autore del Trattato della tolleranza, e lo ha intitolato: “Voltaire. Une imposture au service des puissants” (KontreKulture 2014). Ovvero: “Voltaire. Un’impostura al servizio dei potenti”, perché Voltaire -ha spiegato- «fu il più intollerante tra i suoi contemporanei. Lottò tutta …