di Giorgio Masiero*
*fisico e docente universitario
Agli stolti che m’irridono perché credo ai miracoli chiedo come essi siano così ciechi da non vederne la presenza diffusa in Natura. Mi basta, o Signore….
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L’evidenza dei miracoli, in memoria della scoperta di J.C. Maxwell
Nuova ricerca sociologica: la religione è “l’ingrediente segreto” che rende le persone più felici.
«Che ci sia uno stretto legame tra una vita soddisfacente e la vita religiosa è noto da tempo». Con queste parole comincia un nuovo studio sul numero di dicembre della “American Sociological Review”. Ma, secondo questi esperti, la religione è proprio “l’ingrediente segreto” che rende le persone più felici (d’altra parte confermano tutto un filone di ricerche in merito, che in piccola parte è riportato più sotto nellle “notizie correlate”). Lim Chaeyoon, docente di sociologia presso l’Università del Wisconsin-Madison, che ha condotto lo studio, dice: «Il nostro studio offre una prova convincente che sono gli aspetti sociali della religione che conducono ad una vita soddisfacente. In particolare, siamo convinti che siano le amicizie costruite all’interno delle comunità religiose ad essere l’ingrediente segreto che rende la gente più felice». D’altraparte è ciò che la Chiesa ha sostenuto fin dalla prima comunità cristiana: Dio si è fatto conoscere all’uomo attraverso l’uomo Gesù e i suoi dodici discepoli. Chi nasce 2000 anni dopo, per arrivare a Lui deve rispettare il metodo: si arriva a Dio non attraverso pensieri o la spiritualità interiore, ma attraverso l’amicizia e l’incontro eccezionale con altri uomini, testimoni di Lui. Nel loro studio, “Religione, reti sociali, e soddisfazione di vita” (è consultabili qui in formato pdf), Lim e Robert D. Putnam, docente all’Università di Harvard, hanno svolto un’indagine su un campione rappresentativo degli adulti degli Stati Uniti dal 2006 al 2007. Riflessioni ironiche e un pò pascaliane: se gli atei hanno ragione: hanno vissuto mediamente male e alla fine della vita gli aspetta la loro frustrante profezia. Se gli atei hanno torto: hanno vissuto mediamente male e alla fine della vita gli aspetta una circostanza ben peggiore. Se i credenti hanno torto: hanno vissuto comunque mediamente meglio e alla fine della vita gli aspetta la frustrante profezia degli atei. Se i credenti hanno ragione: hanno vissuto mediamente meglio e alla fine della vita gli aspetta una circostanza ben più felice. Uno scommettitore serio non eisterebbe a puntare!!





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Indagine Gallup: le persone molto religiose godono di maggior benessere.
Il cavallo di battaglia degli atei invasati moderni è che “la religione avvelena ogni cosa” (vedi Hitchens, Dawkins, Dennet, Harris…). Eppure, indipendente dal fatto di chi sia realmente nel “giusto” tra atei e credenti, una nuova analisi sociologica dimostra ancora una volta che gli americani molto religiosi hanno livelli più elevati di benessere rispetto a chi è meno religioso e a chi non lo è affatto. L’analisi si è basata su oltre 550.000 interviste, condotte nel corso dell’ultimo anno dagli esperti del Gallup, noto centro di indagini statistiche americane. Sul loro sito internet è anche specificato che questa è il primo di una serie di articoli sul feeling tra benessere psicofisico e religiosità. I dati dimostrano, si legge ancora sul sito, che «gli americani molto religiosi hanno un maggiore benessere rispetto a coloro che sono meno religiosi». Sono stati valutati diversi fattori, che vanno dalla salute fisica ed emotiva all’auto-valutazione della vita, fino alle percezioni dell’ambiente di lavoro. «Questo studio non consente una determinazione precisa del perché di questi dati. E’ possibile che gli americani che hanno un maggiore benessere possono essere più inclini a scegliere di essere religiosi rispetto a quelli con minore benessere. E’ anche possibile che la relgiosità, intesa come vita attiva di fee e partecipazione ai servizi religiosi, a sua volta porti ad un maggiore livello di benessere personale». L’esperto del Gallup, Frank Newport, ha suggerito ironicamente alla CNN: «Ora abbiamo la soluzione alla crisi sanitaria. Se siamo interessati a ridurre i costi di assistenza sanitaria in America, dobbiamo aumentare la prevalenza di religione». I risultati sono pienamente in linea con precedenti indagini, ad esempio quella pubblicata su ScienceDaily il 4/10/10





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