Non solo Tombstones, Chockeslams e 619 (da leggere tassativamente “sixonenine”): la strada che conduce sul ring della WWE, la lega di wrestling più famosa al mondo, è attraversata di testimonianze di tafede. Oltre a (finti) calci, pugni, mosse di sottomissione (ovviamente è una lotta simulata, perché i lottatori in realtà sono bravi attori) e, purtroppo, sporadici incidenti mortali.
Riservando ad altri autori più competenti di me ogni giudizio etico-morale sul Wrestling e, più in generale, su tutti gli sport da combattimento, mi accingo con questo breve articolo a tratteggiare un breve percorso di luce tra le fitte tenebre di questo mondo in cui la violenza, seppur in gran parte simulata, è elevata ad intrattenimento delle masse.
La figura di Shawn Michaels non ha certo bisogno di presentazioni per gli appassioanti: atleta simbolo della WWE