Il Crocifisso è in buone mani nonostante la crociata della UAAR.

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Il governo italiano è “fiducioso” sulla possibilità che la Grande Chambre accolga il ricorso presentato nelle settimane scorse contro la sentenza della Corte europea che vieta l”esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Lo ha detto in una conferenza stampa a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta insieme a Carlo Cardia, docente di diritto ecclesiastico, consulente sul caso e autore del libro «La questione del crocifisso e l`identità culturale e religiosa dell`Europa», che verrà presentato il 4 maggio in Senato. Cardia ha annunciato: “ci sono tutte le condizioni perchè quella sentenza della Corte, che non ha tenuto in considerazione sia elementi giuridici che di fatto, sia rivista dalla Grande Chambre”. La questione “riguarda tutta Europa tant”è vero che a reagire in modo più deciso sono stati i paesi ortodossi, dalla Russia alla Grecia dove il patriarca voleva convocare un concilio generale. Per non pensare al fatto che gran parte dei paesi del Nord Europa esibiscono croci nei loro vessilli…”. I due articoli che ne parlano sono usciti su La Stampa. Cardia ha approfondito la questione sul quotidiano Avvenire.

Il Foglio racconta che la neo ministro per gli Affari sociali della Bassa Sassonia musulmana di origini Turche, educata nell’ex Germania dell’Est si chiama Aygul Ozkan. Ha avuto il suo momento di celebrità nelle cronache di ieri quando ha dichiarato: “La scuola deve essere un luogo neutrale per permettere al giovane di scegliere da sé l’orientamento religioso”. Moltissime le reazioni di irritazione registrate sui blog e nella sezione commenti degli articoli. Molte le voci che hanno chiesto di revocare addirittura la sua nomina. Immediata la replica del ministro federale per l’Integrazione, Maria Bohmer, che le ha ricordato: “Il crocifisso non è solo parte integrante della nostra tradizione ma fa parte anche del nostro bagaglio culturale collettivo”. Christian Wulff, pur non contento dell’uscita del ministro in pectore non ha voluto però rimangiarsi la decisione.



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